martedì 7 marzo 2017

Il problema progesterone e prolattina nel BB e i farmaci antiprogestinici

Antiprogestinici
Spesso si associa a molecole come il nandrolone e il trenbolone, attività progestinica, ma si interviene poi solo sull’effetto collaterale senza tentare di impedirne l’insorgenza, ovvero: l’iperprolattemia.
E’ infatti uso comune associare alle molecole con attività progestinica, farmaci antiprolattinici, il più forte dei quali la carbegolina.
Non si considera però il fatto che alti livelli di progesterone sono compromettenti in termini di guadagni, e come ho potuto constatare più volte dosaggi bassi di molecole come il trembolone o dosaggi alti, portano agli stessi risultati, in quanto il progesterone limita l’anabolismo promuovendo catabolismo con maggiore sintesi di cortisolo e stanchezza cronica.
Ci sono alternative? La prima sarebbe quella di evitare gli steroidi anabolizzanti per non crearsi problemi che poi non si è in grado di controllare, ma ritengo che questo sia un pò inutile, in quanto chi ha deciso di fare uso di tali sostanze lo farà comunque anche non sapendo minimamente come controllarle…
Quindi il sistema migliore, ma sicuramente più difficile in assoluto, è quello di utilizzare farmaci antiprogestinici, che permetteranno di poter sfruttare la potenza anabolica ed androgena di nandroloni e trenboloni .
Ricordo a tutti che questi farmaci sono TUTTI IMMUNOSOPRESSORI, e presentano rischi notevoli per la salute, la mia informazione è solo a scopo didattico, per promuovere la conoscenza delle cose, non per invitare nessuno ad utilizzare farmaci senza il controllo e la prescrizione di un medico.
L’utilizzo di un inibitore della biosintesi come il Cytadren funzionerebbe in modo ottimale, solo il limite è legato al fatto che si ha un’inibizione immediata della biosintesi endogena di tutti gli ormoni: androgeni, estrogeni, e corticosteroidi.
Soprattutto in passato gli atleti lo hanno fatto nelle ultime settimane pre contest, per ottenere un aspetto il più duro e asciutto possibile, ma con collaterali pesantissimi, il povero Andreas Munzer, è probabilmente morto a causa di un utilizzo spregiudicato, di farmaci e sicuramente gli inibitori della biosintesi hanno giocato un ruolo fondamentale…
Detto questo un’alternativa, leggermente meno pericolosa sono farmaci studiati per la cura dell’endometriosi, che agiscono bloccando i siti recettori del progesterone, e in parte limitandone la biosintesi.
Di seguito ho elencato i principali:   


Mifepristone
Si tratta della famosa pillola abortiva tanto contestata RU486, che permette alle donne di poter abortire senza metodi, invasivi/meccanici e non richiede l’ospedalizzazione.
Il farmaco non viene utilizzato per la cura dell’endometriosi, anche se ha tutte le carte in regola per funzionare.
Il farmaco agisce come fanno i serm, ovvero legandosi fortemete ai recettori progestinici, impedendo al progesterone di raggiungerli, dando uno stimolo debole/nullo.
Risulta comunque un farmaco anti androgeno e antiglucocorticoideo, per cui non adatto ad un ciclo di sostanze anabolizzanti in quanto con il tempo pregiudica i guadagni e porta a immunosoppressione; si potrebbe ( condizionale d’obbligo), considerare come farmaco d’emergenza in situazioni in cui i livelli di progesterone siano stellari
Danozolo
Farmaco in passato utilizzato per la cura dell’endometriosi, ora caduto quasi in disuso per gli effetti collaterali androgeni.
Si lega ai recettori progestinici e androgeni, in più ha la capacità di bloccare diversi enzimi responsabili della biosintesi del progesterone.
Provoca una forte inibizione dell’asse abbattendo i livelli ipofisari di LH e FSH, per cui sia negli uomini che nelle donne provoca sterilità.
In un ciclo di steroidi presenta problematiche di carico epatico che sono soggettive, per cui occorre fare analisi per capire l’andamento degli enzimi epatici.
La sua attività androgena, inizialmente definita “lieve” dal produttore del farmaco, sembra essere invece piuttosto marcata visto gli effetti collaterali di virilizzazione pesante in ambito femminile, che ne hanno decretato la fine come farmaco per l’endometriosi; tuttavia potrebbe essere una scelta da parte di un utilizzatore “spregiudicato” maschile che intenda utilizzare molecole come il trenbolone ad alti dosaggi e voglia limitarne l’attività progestinica.
Gestrinone

Farmaco praticamente irreperibile in europa, nato per la cura dell’endometriosi presenta caratteristiche androgene che lo rendono di fatto anabolizzante, anche se non sono presenti studi che ne riportino dati certi riguardo alla potenza.
Il Guru Patrik Arnold, padre dei pro ormoni, studiò questa molecola e penso bene di unirla al trenbolone per poter ottenere un farmaco che unisse le caratteristiche di potenza del trenbolone, eliminandone i collaterali progestinici; il risultato fu il THG tetraidrogestrinone, che per diversi anni fu invisibile ai controlli antidoping, fino a quando nel 2003 scoppiò lo scandalo Balko, e diversi atleti risultarono positivi a tale molecola. La Balko forniva illegalmente tale farmaco agli atleti, e se non fosse stato rivelato, in forma anonima, da parte di un allenatore, ad un laboratorio IOC/ Wada, probabilmente non sarebbe mai stato trovato.
A parte i dati “inventati”, che potrete trovare in rete, non è dato sapere la potenza di tale farmaco, in quanto non è mai stato utilizzato in medicina e mancano studi.
Le evidenze sono puramente sperimentali da parte degli atleti, che riportavano guadagni di forza e massa uniti a forti perdite di massa grassa senza accumuli di grasso indipendentemente dal regime calorico.
L’effetto collaterale più pericoloso era legato alla sua affinità per i recettori glucocorticoidi, che comportava con il tempo una forte immunodeficienza.

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