venerdì 24 marzo 2017

Nandrolone (Deca Decadurabolin NPP)

Nandrolone
Esistono diverse forme (esteri) in cui si presenta la molecola del nandrolone, i 2 più famosi sono:
Decadurabolin (nandrolone decanoato)
NPP (nandrolone phenyl propionato)
Il nandrolone decanoato, è forse il secondo, più noto, steroide anabolizzante iniettabile dopo il testosterone. In passato e ancor oggi in USA, esiste la credenza che per ottenere i migliori risultati occorra includere il Deca al proprio ciclo. In realtà questo composto non ha proprietà anabolizzanti particolari che altri steroidi iniettabili non possano avere, ma se abbinato ad un forte androgeno permette guadagni di massa considerevoli in campo maschile e per la sua caratteristica di stimolazione progestinica, unita alla medio bassa androgenicità lo rende adatto ad un utilizzo femminile.
La versione NPP differisce dal Decaonato per la lunghezza della vita attiva del farmaco, la scelta di una versione o dell’altra si effettua in funzione delle caratteristiche che deve avere il ciclo, e soprattutto con un occhio sulla coda di rilascio del farmaco. Erroneamente viene considerata la versione NPP più adatta ad un uso femminile, quando invece è sicuramente il decaonato il migliore in questo campo, il motivo va ricercato nella stabilità dei livelli ormonali e a una curva di rilascio molto lenta, che permette di rendere efficaci dosaggi molto più bassi, evitando quindi gli effetti collaterali androgeni; l’idea che l’NPP presenti una via di uscita rapida quando gli effetti collaterali si manifestano è pura follia! Se siete donne e gli effetti collaterali mascolinizzanti si manifestano, dimenticatevi di lasciarveli alle spalle in breve tempo perché probabilmente sarà già troppo tardi e forse dovrete tenerveli per sempre…
Paradossalmente proprio questa idea sbagliata per utilizzo femminile, calza in quello maschile, o almeno nella parte degli effetti collaterali, che in campo maschile si presentano a livello estrogenico, e appunto poter uscire velocemente dal ciclo permette di limitare i danni.
Ricordo a tutti che buona parte degli effetti collaterali nel caso maschile è reversibile, ma in quello femminile non si può dire altrettanto, per cui invito il pubblico femminile a pensarci bene prima di buttarsi tra le braccia di pseudopreparatori!
Perché il Decadurabolin risulta essere così famoso?
Negli anni passati, il testosterone e il nandrolone erano gli unici farmaci iniettabili  disponibili per culturisti, tolta qualche altra rara eccezione che comunque rimaneva non accessibile ai più . Il controllo degli estrogeni esisteva in forma minore, per questo motivo, il nandrolone grazie ad un basso tasso di aromatizzazione era molto apprezzato.
L’estrogeno del nandrolone risulta essere decisamente meno potente dell’estradiolo stesso.
Altra caratteristica peculiare è che l’estrogeno del nandrolone ha una forza di legame elevata sui recettori, per cui quando veniva abbinato al famoso D-bol, ne limitava i fortissimi effetti collaterali estrogenici, perché i recettori erano già occupati dall’estrogeno del nandrolone; proprio per questo in passato l’abbinamento Deca D-bol ebbe tanto successo.
Effetti del nandrolone sui capelli e sulla pelle
Un ulteriore vantaggio del nandrolone è che questo composto è relativamente mite in termini di effetti collaterali negativi sul cuoio capelluto e la pelle. Questo perché l'enzima 5-alfa reduttasi agisce in modo limitato sul nandrolone, mentre al contrario molti altri steroidi anabolizzanti  questo enzima agisce in modo molto più deciso aumentando di fatto la potenza androgena a discapito di quella anabolica della molecola originaria.
Nandrolone ed articolazioni
Il nandrolone risulta portare sollievo in tutte le situazioni in cui ci si trovi di fronte a dolori articolari o tendinei. Non è ancora chiaro se questo sia dovuto ad un effetto antinfiammatorio o se agisca direttamente sulla sintesi di nuovo collagene, gli studi sono contraddittori, e la maggioranza di essi boccia nella totalità gli steroidi anabolizzanti per tale scopo, ma mi sento di ricordare a tutti che fino a non molto tempo addietro l’intera comunità medica rifiutava di riconoscere la capacità di aumentare le prestazioni negli atleti di tutti gli anabolizzanti… Anche a bassi dosaggi si può utilizzare questo farmaco per scopi lenitivi sulle articolazioni, ed infatti in alcuni cicli viene previsto come farmaco a tutela delle articolazioni e non per lo scopo di crescita muscolare.
Nandrolone e soppressione dell’asse
Si sentono pareri contrastanti a riguardo, e qualcuno si chiede perché in passato si utilizzasse come farmaco singolo in brevi cicli e gli utilizzatori non riportassero gravi soppressioni dell’asse, ed addirittura tutto procedesse bene anche senza una PCT, mentre in altri casi si parla di DECA DICK, ovvero della perdita di libido e di capacità di erezione totale!
Facciamo chiarezza:
Bassi dosaggi di nandrolone saranno verosimilmente poco soppressivi, decisamente meno soppressivi di testosterone o altri androgeni, probabilmente è uno dei farmaci meno soppressivi in assoluto sull’asse. Allora perché alcuni riportano un impatto catastrofico? Il motivo risiede nella sua progestinicità. I nandroloni sono progestinici, per cui tale stimolazione nell’uomo è deleteria perché il progesterone è uno dei principali, se non il protagonista, ormoni destinati a distinguere il sesso di un individuo. Come una stimolazione androgena porta a mascolinizzazione  in una donna, una stimolazione progestinica porta femminilizzazione in un uomo, o almeno effetti piuttosto sgradevoli, come l’innalzamento della prolattina con relativa galattorrea, e blocco dell’asse.
Risulta quindi chiaro che sarà opportuno non programmare cicli troppo lunghi e con dosaggi elevati di nandrolone per non avere a che fare con questi problemi. Il controllo del progesterone non è affar semplice, e anche i farmaci a disposizione non sono così accessibili. Un farmaco però che non dovrebbe mai mancare in abbinamento al nandrolone è il Nolvadex, perché oltre ai recettori estrogenici, si lega anche a quelli progestinici, evitando almeno in parte, la stimolazione da parte del nandrolone. Non pensate però che con del semplice tamoxifene il problema sia risolto, ma è solo tamponato, e se il ciclo perdura per troppo tempo o i dosaggi saranno troppo elevati il nolvadex non riuscirà ad arginare la situazione!

martedì 21 marzo 2017

Vitamina D3 Colecalciferolo

Colecalciferolo (Vitamina D3)
Occorre subito fare una precisazione: questa molecola è di fatto uno steroide, e partecipa a molte funzioni nel nostro organismo, si lega quindi a particolari recettori cellulari stimolando l’assorbimento del calcio…ma non solo.
L’organismo è in grado di sintetizzare a livello di epidermide, tramite la luce, la Vit D3 partendo dal deidrocolesterolo; la quantità prodotta endogenamente è quindi legata all'esposizione solare, si capisce quindi che in alcune situazioni o periodi dell’anno in cui ci sia mancanza di luce, tale produzione viene compromessa e sia quindi opportuno sopperire con un’integrazione.
Con il termine vitamina D si intendono tutti i composti che presentano l'attività biologica del calciferolo ma non tutte le forme sono attive così come si presentano, e non tutte le forme hanno la stessa potenza, la più efficace risulta essere appunto la vitamina D3.


Le funzioni della Vit D3
La principale funzione della Vit D3 è l’assorbimento del calcio da parte dei tessuti bersaglio, quindi ossa cartilagini e tendini.
La Vit D3 ha incidenza diretta nella metabolizzazione epatica di IGF1, e da alcuni studi risulta che i livelli di IGF1 si elevano direttamente in funzione della presenza di Vit D3
La Vit D3 ha un effetto di “sensibilizzazione” dei recettori AR, si è notato che dopo supplementazione  di colecalciferolo i livelli plasmatici di testosterone libero diminuivano rapidamente, questo dovuto ad una maggiore disponibilità di legame da parte dei recettori.
La Vit D3 promuove quindi sia la crescita e la salute ossea, che quella dei tessuti muscolari; questo è anche confermato dal fatto che una carenza cronica di Vit D3 provoca osteoporosi e fragilità ossea, ma anche forti dolori muscolari e fragilità dei tessuti.
La Vit D3 ha un ruole di attivazione dei Linfociti T, per cui è protagonista nell'efficienza delle difese immunitarie dell’organismo
La Vit D3 ha un ruolo nella protezione verso il cancro al colon. Da uno studio fatto nel 2010 risulta l’effetto protettivo della Vitamina D3, analizzando l’incidenza del cancro al colon e i livelli medi registrati di Vit D3 dei soggetti interessati. Lo studio ha coinvolto diverse nazioni per cui la vastità dei soggetti lo rende perfettamente attendibile.
Livelli di riferimento
I livelli plasmatici di riferimento sono compresi tra i 60 ng e i 100 ng, livelli inferiori indicano una mancanza di Vit D3, ma quando questi livelli scendono sotto i 40 ng, si possono riscontrare problemi per la salute.

Quanta assumerne
Non esiste un quantitativo certo per l’integrazione di vit d, un valore intorno ai 4000ui/die dovrebbe essere corretto, ma per esserne certi occorrono esami ematici a conferma. Un eccesso di Vit d solitamente si presenta con nausea e problemi intestinali, ma anche in forma silente, e alla lunga crea problemi ai reni.

venerdì 10 marzo 2017

Diazide Dyazide Triamterene

Triamterene (Diazide)(Dyazide)
Questa molecola fa parte dei diuretici risparmiatori di potassio.
All'interno di questa categoria ci sono farmaci che agiscono in modo decisamente diverso, la caratteristica del Triamterene è quella di agire direttamente sulla ricaptazione del sodio a livello renale inibendone l’ingresso nei canali preposti a livello  del tubolo, un’altra molecola fa questo ed è l’Amiloride presente nel Moduretic.
Il Triamterene viene quindi utilizzato per abbassare i livelli di sodio e conservare quelli di potassio, un suo utilizzo dovrebbe prevedere un controllo, a livello ematico, degli elettroliti.
Se pur considerato un farmaco abbastanza “sicuro”, ogni tipo di diuretico merita un’attenzione alta, se viene assunto in corrispondenza di una assunzione di potassio per lungo periodo può portare alla MORTE per arresto cardiaco…questo dovrebbe far riflettere tutti i faciloni, che quando vedono un po di ritenzione di fronte allo specchio, invece di pensare a correggere dieta ed estrogeni, usano la scappatoia di un diuretico!
Tornado al Triamterene è un farmaco difficilmente reperibile, e il nome commerciale noto è il Diazide.

Quando viene utilizzato?
Solitamente è utilizzato per ridurre edemi o stati di scompensi cardiaci dovuti a livelli sodici elevati, ma anche nel caso di livelli di potassio troppo bassi per equilibrare il quadro. Nel BB è spesso usato senza alcun criterio semplicemente con la convinzione di togliere acqua. Questo errore è dovuto all'ignoranza degli atleti, spesso legati all'ignoranza dei preparatori che li seguono.
Il Triamterene dovrebbe essere utilizzato solo con esami ematici, di modo da stabilire il giusto livello di sodio, e con l’integrazione, MIRATA, di potassio ottenere il bilancio elettrolitico perfetto.
Chi fa questo, unendolo all'utilizzo di altri diuretici ottiene le forme più strepitose, legate alla durezza e vascolarizzazione tanto care alle giurie moderne…
Paradossalmente è un farmaco poco utilizzato in Europa, dove si premia la vascolarizzazione, e piuttosto frequente oltreoceano dove si preferisce volume ad essere squartati.
Un abuso del farmaco provoca deplezione del sodio, ciò si traduce in muscoli poco reattivi e mancanza di forza, l’errore classico di chi si prepara al contest è quello che vedendosi allo specchio svuotato, aumenti addirittura la dose pensando che togliendo ancor più sodio otterrà un aspetto più roccioso, la situazione precipita quando si unisce la mancanza di acqua e magari si integra con ulteriore potassio, e qui si finisce in ospedale.
Come ormai sarà chiaro, non amo i diuretici, in quanto li ritengo farmaci da usare quando esistono problemi veri, problemi che minacciano la salute della persona. Personalmente amo i volumi, e non do un peso esagerato alla vascolarizzazione, penso che se le giurie arrivassero a capirlo ci sarebbe una grossa svolta salutistica nel campo del bodybuilding.

martedì 7 marzo 2017

Il problema progesterone e prolattina nel BB e i farmaci antiprogestinici

Antiprogestinici
Spesso si associa a molecole come il nandrolone e il trenbolone, attività progestinica, ma si interviene poi solo sull’effetto collaterale senza tentare di impedirne l’insorgenza, ovvero: l’iperprolattemia.
E’ infatti uso comune associare alle molecole con attività progestinica, farmaci antiprolattinici, il più forte dei quali la carbegolina.
Non si considera però il fatto che alti livelli di progesterone sono compromettenti in termini di guadagni, e come ho potuto constatare più volte dosaggi bassi di molecole come il trembolone o dosaggi alti, portano agli stessi risultati, in quanto il progesterone limita l’anabolismo promuovendo catabolismo con maggiore sintesi di cortisolo e stanchezza cronica.
Ci sono alternative? La prima sarebbe quella di evitare gli steroidi anabolizzanti per non crearsi problemi che poi non si è in grado di controllare, ma ritengo che questo sia un pò inutile, in quanto chi ha deciso di fare uso di tali sostanze lo farà comunque anche non sapendo minimamente come controllarle…
Quindi il sistema migliore, ma sicuramente più difficile in assoluto, è quello di utilizzare farmaci antiprogestinici, che permetteranno di poter sfruttare la potenza anabolica ed androgena di nandroloni e trenboloni .
Ricordo a tutti che questi farmaci sono TUTTI IMMUNOSOPRESSORI, e presentano rischi notevoli per la salute, la mia informazione è solo a scopo didattico, per promuovere la conoscenza delle cose, non per invitare nessuno ad utilizzare farmaci senza il controllo e la prescrizione di un medico.
L’utilizzo di un inibitore della biosintesi come il Cytadren funzionerebbe in modo ottimale, solo il limite è legato al fatto che si ha un’inibizione immediata della biosintesi endogena di tutti gli ormoni: androgeni, estrogeni, e corticosteroidi.
Soprattutto in passato gli atleti lo hanno fatto nelle ultime settimane pre contest, per ottenere un aspetto il più duro e asciutto possibile, ma con collaterali pesantissimi, il povero Andreas Munzer, è probabilmente morto a causa di un utilizzo spregiudicato, di farmaci e sicuramente gli inibitori della biosintesi hanno giocato un ruolo fondamentale…
Detto questo un’alternativa, leggermente meno pericolosa sono farmaci studiati per la cura dell’endometriosi, che agiscono bloccando i siti recettori del progesterone, e in parte limitandone la biosintesi.
Di seguito ho elencato i principali:   


Mifepristone
Si tratta della famosa pillola abortiva tanto contestata RU486, che permette alle donne di poter abortire senza metodi, invasivi/meccanici e non richiede l’ospedalizzazione.
Il farmaco non viene utilizzato per la cura dell’endometriosi, anche se ha tutte le carte in regola per funzionare.
Il farmaco agisce come fanno i serm, ovvero legandosi fortemete ai recettori progestinici, impedendo al progesterone di raggiungerli, dando uno stimolo debole/nullo.
Risulta comunque un farmaco anti androgeno e antiglucocorticoideo, per cui non adatto ad un ciclo di sostanze anabolizzanti in quanto con il tempo pregiudica i guadagni e porta a immunosoppressione; si potrebbe ( condizionale d’obbligo), considerare come farmaco d’emergenza in situazioni in cui i livelli di progesterone siano stellari
Danozolo
Farmaco in passato utilizzato per la cura dell’endometriosi, ora caduto quasi in disuso per gli effetti collaterali androgeni.
Si lega ai recettori progestinici e androgeni, in più ha la capacità di bloccare diversi enzimi responsabili della biosintesi del progesterone.
Provoca una forte inibizione dell’asse abbattendo i livelli ipofisari di LH e FSH, per cui sia negli uomini che nelle donne provoca sterilità.
In un ciclo di steroidi presenta problematiche di carico epatico che sono soggettive, per cui occorre fare analisi per capire l’andamento degli enzimi epatici.
La sua attività androgena, inizialmente definita “lieve” dal produttore del farmaco, sembra essere invece piuttosto marcata visto gli effetti collaterali di virilizzazione pesante in ambito femminile, che ne hanno decretato la fine come farmaco per l’endometriosi; tuttavia potrebbe essere una scelta da parte di un utilizzatore “spregiudicato” maschile che intenda utilizzare molecole come il trenbolone ad alti dosaggi e voglia limitarne l’attività progestinica.
Gestrinone

Farmaco praticamente irreperibile in europa, nato per la cura dell’endometriosi presenta caratteristiche androgene che lo rendono di fatto anabolizzante, anche se non sono presenti studi che ne riportino dati certi riguardo alla potenza.
Il Guru Patrik Arnold, padre dei pro ormoni, studiò questa molecola e penso bene di unirla al trenbolone per poter ottenere un farmaco che unisse le caratteristiche di potenza del trenbolone, eliminandone i collaterali progestinici; il risultato fu il THG tetraidrogestrinone, che per diversi anni fu invisibile ai controlli antidoping, fino a quando nel 2003 scoppiò lo scandalo Balko, e diversi atleti risultarono positivi a tale molecola. La Balko forniva illegalmente tale farmaco agli atleti, e se non fosse stato rivelato, in forma anonima, da parte di un allenatore, ad un laboratorio IOC/ Wada, probabilmente non sarebbe mai stato trovato.
A parte i dati “inventati”, che potrete trovare in rete, non è dato sapere la potenza di tale farmaco, in quanto non è mai stato utilizzato in medicina e mancano studi.
Le evidenze sono puramente sperimentali da parte degli atleti, che riportavano guadagni di forza e massa uniti a forti perdite di massa grassa senza accumuli di grasso indipendentemente dal regime calorico.
L’effetto collaterale più pericoloso era legato alla sua affinità per i recettori glucocorticoidi, che comportava con il tempo una forte immunodeficienza.

giovedì 2 marzo 2017

Costruire un dieta

Come costruire una dieta

Questo è il metodo da me applicato più volte e che ho visto funzionare correttamente per costruire la BASE di una dieta.
Quando si programma un piano alimentare è inutile saltare subito alla fine proponendo low carb oppure ciclicizzazioni, low fat, e chi più ne ha più ne metta, come prima cosa occorre capire quale sia la dieta “bilanciata” che permetta di mantenere il peso di partenza dopo di che si decide la strada da prendere.
La dieta bilanciata è quella sia da utilizzare alla partenza sia da contemplare nei periodi di così detto mantenimento, di modo da portare l’intero piano alimentare al successo sul lungo periodo.
Credo che la “guerra” si vinca più sulla sostenibilità nel lungo periodo che sul risultato nel breve…
Turnover proteico


Il nostro organismo subisce un continuo ricambio proteico, che comunemente viene definito PTOR, ovvero la quantità di proteine che il nostro corpo distrugge e rigenera giorno per giorno, ciò è possibile misurarlo attraverso la quantità di azoto che noi introduciamo e la quantità che viene espulsa come scarto dall’organismo; ciò viene chiamato bilancio azotato.
Misurarlo in realtà è opera piuttosto ardua, in quanto richiede un vero e proprio laboratorio di analisi per poterlo fare, ma ci sono livelli “empirici” che possono racchiudere le nostre esigenze, ovvero la quantità di proteine per kg che il soggetto in questione deve assumere.
Di seguito riporterò cosa considerare sia per soggetto maschile che femminile, nelle varie opzioni, dal sedentario al Hard Doped.
Maschio:
Sedentario 1,5 gr/kg
Attivo/Sportivo 2 gr/kg
Intenso/Sportivo 2,5gr/kg
Doped 3,5 gr/kg
Hard Doped 5 gr/kg
Femmina:
Sedentario 1,2 gr/kg
Attivo/Sportivo 1,8 gr/kg
Intenso/Sportivo 2,3 gr/Kg
Doped 3 gr/kg
Hard Doped 4 gr/kg
Con questi valori si può inquadrare quale sia l’opportuna quantità di proteine per avere un bilancio azotato tendente al positivo nei vari livelli di preparazione del soggetto.
Perché è così importante considerare le proteine e non le kcal come punto di origine della dieta? Semplice, perché le proteine sono il punto fisso per quanto riguarda la richiesta del nostro organismo per non perdere massa magra, e allo stesso tempo un esubero non porta ad una migliore condizione in quanto si richiede un maggior sforzo metabolico per ricavare energia dai protidi e di conseguenza un innalzamento del cortisolo. E’ quindi un punto chiave stabilire a priori le proteine necessarie.
Esempio
Portando ad esempio un soggetto femmina di 60kg che svolge intensa attività da natural in palestra si parla di: 60kg X 2,3 gr/Kg = 138 gr che possiamo arrotondare a 140 gr di proteine al giorno.

Come sviluppare il resto della dieta e la conseguente ripartizione dei macro e le Kcal?
Si parte da una ripartizione dei macro “bilanciata”, un po sullo stile della dieta a zona, ovvero 40/30/30; ciò significa che le kcal dovranno venire un 40% da carbo, un 30% da proteine e il rimanente 30% dai grassi.
Tornando al nostro soggetto, i  140 gr moltiplicati per 4 kcal/gr ci darà il valore in kcal che apporta alla dieta il nostro quantitativo fisso di proteine: 140 gr X 4 Kcal/gr = 560 Kcal; questo è il valore che corrisponde al 30% dell’apporto calorico totale, da qui stabiliremo il resto:
560 / 30% X 100% = 1866 kcal (calorie totali)
560 / 30% X 40% = 746 Kcal (calorie da carboidrati) /4 = 186 gr (grammi carboidrati)
560 / 30% X 30% = 560 (calorie da grassi) /9 = 62 gr (grammi da grassi)
Riassumendo, il nostro soggetto femmina sportivo ad alto livello natural:
Kcal 1866
Carbo = 746 Kcal = 186gr
Proteine = 560 Kcal = 140gr
Fat = 560 Kcal = 62gr


A questo punto preparando un piano alimentare che preveda colazione, 2 pasti, ed eventualmente,  anche se non necessari, 2 spuntini, prendendo come riferimento i dati sopra riportati dovrebbe in un arco temporale di alcuni giorni, mantenere il suo peso senza variazioni di rilievo.
Cosa si fa per essere sicuri? Si fa pesare il soggetto la mattina al risveglio il giorno che si comincia la dieta e dopo 5 giorni si fa una nuova pesata e non si dovrebbe trovare differenza, se il peso invece aumenta o diminuisce si lavora solo sui carbo per trovare il giusto equilibrio.

Seguendo questo metodo si può trovare il punto di partenza per una dieta di mantenimento e lavorando sui carbo e i fat si possono fare periodi di bulck e di restrizione per il tiraggio.

E’ opportuno ricordare che quando si avranno variazioni consistenti di peso da parte del soggetto occorrerà rivedere il tutto e ricalcolare il fabbisogno proteico con il conseguente apporto calorico e dei macro relativi, diciamo che sia opportuno considerare uno scalino di 5 kg per volta, per cui sempre considerando il nostro esempio non sarà necessario ricalcolare l’apporto proteico finche il nostro soggetto non raggiungerà i 65 kg o i 55 kg, questo per evitare inutili calcoli.
Supponiamo ora che la nostra atleta voglia mettere massa ed aumentare il proprio peso, come ci dobbiamo comportare?
Nessuno può prevedere in anticipo la risposta individuale all’aumento di kcal, in quanto fattori come età e soggettività possono fare si che a parità di kcal la nostra donna metta massa magra oppure semplicemente ingrassi. Da ciò si procede per gradi e con un analisi della pliche settimanale nei punti critici di accumulo.
In fase di bulk si aggiungono 500 kcal, lavorando principalmente sui carboidrati, per cui:
746 Kcal + 500 Kcal = 1246 Kcal = 311 gr
Occorre però fare una precisazione, non bisogna salire troppo con i carboidrati senza farlo anche con i grassi, l’ideale sarebbe non superare mai il rapporto 2 a 1 tra le kcal introdotte con i carbo rispetto a quelle dei fat.
Nel nostro caso 1246 Kcal dai carbo, rispetto alle 560 kcal dai fat sforano tale rapporto, per cui è opportuno rimodulare, andremo quindi ad aggiungere 400 kcal dai carbo e 100 kcal li aggiungeremo nei grassi:

746 Kcal + 400 Kcal = 1146 Kcal = 286 gr CARBO
560 Kcal + 100 Kcal = 660 Kcal = 73 gr FAT
560 Kcal  = 140 gr PROTEINE

Chiaramente questo è il mio punto di vista su di una dieta che nella maggioranza dei casi funziona ed è sostenibile, rispetto ad altri piani che richiedono un taglio pesante di uno dei macro. Programmare una dieta resta comunque una impresa difficile, perché se anche la questione delle quantità di macro e kcal la si risolve con semplici calcoli, il giusto apporto di micronutrienti e Sali minerali è da studiare; la cosa più semplice in questo caso, anche se un po' riduttiva, è cercare di variare il più possibile gli alimenti, di modo da sopperire al fabbisogno di tutte le sostanze da parte dell’organismo, una integrazione oculata e mirata al versante salutistico chiude il cerchio.